Sarebbe aumentato a 1000, il numero dei morti, causati dalle tragiche inondazioni del Pakistan, dall’inizio della stagione dei monsoni.
Si tratta di un disastro naturale, incentivato anche dal cambiamento climatico, che ora rischia di avere gravissime ripercussioni sulle strutture economiche più fragili della Terra. A comunicare l’ultimo bilancio, la National Disaster Management Authority pakistana, che conferma quasi un milione di abitazioni parzialmente o del tutto distrutte dalla calamità, con milioni di persone senza tetto.
Il Pakistan, negli ultimi anni, si è ritrovato ad affrontare le gravi conseguenze del cambiamento climatico: quest’anno, è stata colpita la provincia del Sindh meridionale, dove 347 persone sono rimaste uccise e altre 1.009 ferite. Il bilancio elenca anche 3.500 km di strade, 149 ponti e 170 negozi, rasi al suolo dalle inondazioni improvvise. Sterminati anche oltre 700 mila capi di bestiame.
Il Dipartimento metereologico del Pakistan
Stando al dipartimento meteorologico del Pakistan, è ipotizzabile che le forti piogge continuino in tutto il Paese nei prossimi giorni. Il traffico stradale e ferroviario è stato interrotto a causa di forti acquazzoni, mentre l’intera regione del Belucistan è isolata sul traffico terrestre con il resto del Paese. Il servizio aereo è stato sospeso anche nel capoluogo di provincia di Quetta a causa delle forti piogge.
Il ministro per i cambiamenti climatici Sherry Rehman, ha affermato che il Paese sta attraversando “un disastro umanitario causato dal clima con piogge e inondazioni senza precedenti. Finora il Pakistan ha ricevuto una media di 166 millimetri di pioggia ad agosto, valore che è del 241 per cento sopra la media, ma con un livello che nelle aree meridionali del Paese è del 784 per cento superiore”.
